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Mar 20, 2020 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su #MONKINTOUR – Thelonious Monk in Europe – Vari Lp’s –

#MONKINTOUR – Thelonious Monk in Europe – Vari Lp’s –

Così non ci resta che sognare di andare ai concerti, di organizzare eventi, di vedere gli amici.

In tempi di quarantena (che fa rima quasi con quaresima) ci manca tutto quello che non avevamo capito essere una ricchezza. La libertà. ora siamo prigionieri, è un dato di fatto. Ma un dato di fatto era anche che Monk era dal 59 che non entrava in studio a registrare un album per la Riverside. Ma aveva degli obblighi contrattuali da risolvere. fu così che :

 

Schermata 2020-03-20 alle 16.30.35

 

 

 

 

 

ma non finisce qui, oltre alle registrazioni del 61, che chiusero definitivamente gli obblighi contrattuali di TM vi sono tanti, ma proprio tanti concerti Europei che seguono quell’anno e che fanno capo ai tanti Tour tenuti da Monk in europa fino al 1970. Sicuramente quello del 1961 è da ricordare per la discesa del quartetto in Italia. L’intervista dell’allora Direttore di Musica Jazz , Arrigo Polillo, la potete ritrovare nello speciale a Monk dedicato uscito oltre due anni fa in occasione del centenario. Qui in questo Link Polillo stesso ci spiega l’impressione che Monk fece su giornalisti, critici e parte del pubblico.

http://centrostudi.sienajazz.it/libroSJCap17.asp?lang=eng&vis=5&fcs=2

Intanto ecco l’oggetto del desiderio, una semplice, economica ma efficace stampa italiana di inizi ottanta. Comprata nel nostro negozio di Civitavecchia, assieme ad altre che ancora suonano sul mio giradischi. Serie OM (che sta per Original Master).

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A quanto pare fu piuttosto avventuroso registrare questo concerto, i ricordi di questo appassionato sono molto belli e rimandano ad una Italia con tanta voglia di raggiungere ed eguagliare il mondo intero. Sia nella tecnica che nell’arte. Magari una imprecisione nell’articolo che vi posto c’è. L’Ampex usato non può essere il 350, si portatile, ma solo un due tracce e per giunta da 1/4 di pollice. Il tre tracce era il modello 300…..

https://albertini2014.wordpress.com/2016/09/28/thelonious-monk-in-milan/

 

ecco un confronto tra i due gioiellini …..

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Ancora sul quel Tour, si evince dalla Biografia Discografica di monk la presenza 8e ce lo conferma non parlandone bene Polillo) del trio di Bud Powell, grande amico di Thelonious che voleva rilanciarlo e solamente con lui avrebbe potuto condividere un Palco : per uniche e sincere ragioni di amicizia. A quanto pare non v’è traccia sonora di questo trio, ma di modeste incisioni anni sessanta del trio di Powell ve ne sono diverse. Alcune anche buone.

Ma torniamo al pubblico europeo , al suo calore ed anche , a tratti, competente pensiero. Monk amava parigi, l?Italia e l’Europa in genere. Trovare (quasi) sempre una accoglienza positiva lo spingeva a ritornare in Tour anche anni dopo. Ai tempi del contratto con la CBS  (tra il 62 e il 69 circa) la cosa si ripeté. Sono tante le incisioni, daRadio Concerti ora tradotti in cd, da registrazioni pirate ora anche in vinile…insomma eccone una mia carrellata in vinile. Ma ve ne sono alcune esclusivamente in CD che valgono veramente la pena ascoltare. Per consigli postate commenti. ve ne sono grato.

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Parigi, Amsterdam, Copenaghen, Stoccolma….tutte a metà anni sessanta….tutte molto stimolanti e a prezzi onestissimi

 

Mar 20, 2020 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su #IORESTOACASA – Thad Jones & Mel Lewis – Potpourri

#IORESTOACASA – Thad Jones & Mel Lewis – Potpourri

 

In tempi di quarantena.

#IORESTOACASA

               è diventata la scusa, per me, per finalmente sistemare meglio i miei vinili disseminati su più particelle e sub catastali.
Non che la cosa cambi molto, perlomeno ora, si fa per dire, un “pugno” di vinili campeggia in un unico ambiente , ben messi e facilmente rintracciabili. Almeno per il sottoscritto, visto che l’ordine alfabetico è disseminato su più mobili ed esclude alcuni musicisti riposti in scaffali a parte. Anyway, la cosa mi ha impegnato un poco schiena e braccia (duro il lavoro degli appassionati di vinile) che a differenza dei files pesano non solo bytes ma… chili!
Alla fine mi restano fuori una decina di titoli che …riascolto mentre metto sotto sforzo muscoli che non lavoravano da decenni.
Tra questo manipolo di esclusi mi capita tra le mani un disco che avevo (al solito) ascoltato con distrazione e lasciato nel purgatorio dei senza fisso scaffale.
Si tratta del disco “Potpourri” della coppia Thad Jones & Mel Lewis e relativa Orchestra. registrato nel 1974, periodo invero poco riconosciuto come d’oro per il jazz.

Innanzi tutto segnalo gli ultimi due brani per lato, due rifacimenti di conosciutissimi brani di Steve Wonder interpretati in una maniera così nuova e coinvolgente da meritarsi l’attenzione di tutti noi, appassionati di musica in senso lato, soprattutto la finale “Living for the city”è una piccola gemma che conclude un album veramente ben suonato dai vari musicisti partecipanti. Alcuni dei quali veramente di notevole spessore e caratura.

Ecco il simpatico retro che ritrae tutti i musicisti , uno ad uno, con tanto di indicazione del segno zodiacale (?)

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Abbiamo Billy Harper al tenore, Pepper Adams al baritono , Jon Faddis alla tromba solista, George Mraz al contrabbasso oltre ai nostri due protagonisti. Che dire, la penna e gli arrangiamenti di Thad Jones fratello (forse meno famoso fra rockettari) di Elvin, batterista del famoso quartetto di Coltrane, e di quell’elegante caposcuola del pianoforte di mr Hank Jones.

Qui la foto dell’etichetta, la mia è solo una ristampa Jap, ma si sente benissimo, dinamica il giusto, tonalmente corretta e vivace il giusto.

Schermata 2020-03-20 alle 12.08.48

 

Insomma Thad, semmai necessario ripeterlo, si afferma come uno dei compositori ed orchestranti migliori che il jazz abbia conosciuto. Buon per chi si avventura in questo economicissimo ma altrettanto bel disco.
la mia è una versione stampata dalla Sony Giapponese per il mercato interno ed acclude una intervista di due pagine assai interessante.
Per la serie, tanto a poco prezzo : mettetelo in lista spese, visto che in questi giorni state spendendo di merendine e birre uno sproposito, forse Potpourri ci sta….e fa meno male alla salute!

PS Ma che belli questi ritmi un poco funky, molto Soul, questa atmosfera che abbiamo perduto un po grazie alla tecnologia che licenzia musicisti ed assume licenze VST.

Dic 28, 2019 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su Stan Levey – This time the drum’s on me – Bethlehem 1955 mono

Stan Levey – This time the drum’s on me – Bethlehem 1955 mono

Una su tutte : a me piace il jazz freddo!

E così sono in pieno disaccordo con una signora che quella sera di settembre ha dichiarato che il jazz freddo non le piaceva. Eppur faceva caldo…. forse voleva solo tirarsela solo un poco visto che Guidolotti e Tazzini ci presentavano un programma di brani di Gershwin condotto dal Saladini. Ma sono cose di provincia che poco interessano.

Quello che interessa è invece la riscoperta, ogni tanto ci ricasco, di un’epoca. Un genere, una genesi di artisti. E’ quello comunemente definito jazz della West Coast. Molto vario e per niente monotono. Soprattutto allegro, trascinante, tecnico ma mai fine a se stesso. Arricchito da copertine deliziose ed etichette estintesi dopo anni, ma dall’estetica musicale ancor fresca e piacevole.

Non fa eccezione questa , quasi storica, incisione . Ci sono i migliori esponenti dell’epoca, in una arrembante sequela di tracce con potranno lasciarvi indifferenti.

Ecco la simpaticissima copertina :

Copetina Stan Levey

Copertina Stan Levey

Ma il bello deve venire, al Conte Candoli alla tromba (parleremo dei fratelli Candoli penso), Frank Rosolino al trombone , si aggiunge il grande Dexter Gordon al sax tenore. Ed allora sono scintille. Riconoscibilissimo fin dalla prima nota, riscalda la session come pochi. Grande jazz, grande musica, grandi interpretazioni pop.

Le informazioni consuete sul retro

Le informazioni consuete sul retro

Prima di chiudere vi posto un esempio: il brano che Dexter scrive ed interpreta benissimo, dedicato all’evento.

 

https://ulozto.net/file/MFCbXJDEv1lz/stanley-the-steamer-mp3
per chiudere : l’etichetta…. deep groove !

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Ago 28, 2019 - Vinyl jazz lp's    2 Comments

Stanley Cowell trio – Sienna – Steeplachase lp – SCS1253 – vg++

Un mondo perfetto non avrebbe bisogno di sottolineare, richiamare, evidenziare, ne reclamare attenzione.

Ogni cosa , anzi ad ogni artista, spetterebbe il posto, la fama, la riconoscenza che merita.
Ma siamo in Italia. Il paese più imperfetto di un mondo già di per se imperfetto.
Per cui, chi mai potrà ricordarsi di Stanley Cowell?
Lo facciamo ora.
Con una bellissima prova in trio. Un disco di una bellezza straripante, già al primo ascolto ci si meraviglia e ci si chiede per quale motivo non meriti quanto già enunciato all’inizio : il posto e la riconoscenza che merita. (di seguito la copertina)

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Voglio essere cattivo. Teniamocelo ben stretto e segreto, io e chi con me condividerà questo piccolo gioiello in Trio. Commenti e recensioni sono superflui. Ora il resto delle foto di rito, retro copertina ed etichette.

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Catturato dal vinile, stampa danese originale, il titolo del disco è Sienna , con un Denon DP5000 , braccio Jelco 750D, AT150con cartuccia 440mbl e pre phono MM interno a Luxman SQ38FD amplificatore valvolare giapponese.

De cliccato e tolto hum di step-up vari e corrente domestica. Buon ascolto! e….shhh non lo dite a nessuno …. ora i link del mio vinile rippato in formato mp3. Ho, ovviamente anche il formato Hi-Res 24/96. (lato a)

https://uloz.to/smazat/rY1MD07pch5z/12296555615430938624

e il lato b

https://uloz.to/smazat/WACRQpAeBPBp/3755734636521337856

 

pS dedicato ad un amico che apprezzerà molto ….

Ago 3, 2019 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su Il Classico trio di Ahmad Jamal – All of You – Argo, Stereo, Blue Label first press

Il Classico trio di Ahmad Jamal – All of You – Argo, Stereo, Blue Label first press

Oramai posso dire di essere diventato un collezionista. La cosa non mi fa un particolare piacere ma , ammetto, di avere il profilo con tutte le caratteristiche che contraddistinguono il soggetto. Per fortuna ho ancora una parte di me che è curiosa, amante di altri generi ed anche abbastanza autocritica.
Ora il collezionista è sempre a caccia di rarità, vuol pagarle poco, ma se ci spende una fortuna non è meno contento, anzi.
Spesso la prima cosa è postarla sul proprio blog, su Instantgram o mostrarla agli amici per renderli invidiosetti. Ci sono i Gruppi su Facebook, i canali con i youtubber che mostrano vinile e stanzetta caveman con tutta la loro collezione (a dir la verità di una qualità video ed audio pessima).
Insomma, mostrare il frutto di tanta fatica è motivo di orgoglio.
Vorrei tradire questa insana caratteristica dei collezionisti. Io i miei pezzi da novanta li tengo custoditi e lontani dai riflettori. Tanto ci pensano gli altri. Meglio, molto meglio anche per il lettore, scoprire piccole perle e artisti invero sempre poco nominati. Ingiustamente Ahmad Jamal non trova lo spazio che meriterebbe nei Media anche non specializzati.
Autore di un raffinato quanto swingante jazz, debitore dei grandi pianisti afro americani degli anni 30-40 , Ahmad Jamal ancor oggi è attivo. Da poco uscito il suo album Marseille, forse diminuita la sua attività concertistica. ma ha la sua età.
Protagonista negli anni d’oro del Jazz. Alla guida di un trio che oserei definire leggendario. con Israel crosby al contrabbasso e Vernell Fournier, mi ha deliziato con le sue semplici linee melodiche, via via arricchite con intermezzi dinamici e ritmicamente sempre nuovi.
Uno dei tanti, bellissimi, album usciti per la Argo è questo All of you. Registrato dal vivo all’Alhambra in Chicago, nel giugno del ’61. Fa da cornice ad una serie di incisioni iniziate quasi sei anni prima per la stessa etichetta e che raccomando, caldamente, di raccogliere. lentamente , ma con risolutezza. Difficile quale sia l’lalbum più bello. E’ la sua opera per intero che ha un valore maggiore della somma delle parti.
la Mosaic ha pubblicato (solo nell’innominabile CD) la sua produzione su Argo, ma da materiale scadente, infatti distorce, ha un livello Loudness talmente elevato da sembrare una raccolta di brani dance. Purtroppo sappiamo che gli originali master sono andati persi e questo passa il convento. A meno che non diate la caccia ai vinili originali. Sappiate che è divertente, costa relativamente poc (si va dai 20 ai 35 dollari per una copia da almeno VG+ originale). Potete comprare le edizioni con label grigia Mono, oppure nera, la Blu stereo (se già disponibile) o la bianca delle review copy.
Insomma ce ne sono per tutti i gusti ma, affrettatevi.
Posterò le immancabili immagini. Prima l’etichetta, col tipico deep groove, solco circolare pressato a cerchio attorno le scritte sulla Label.

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Ora la copertina ci mostra un rilassato ed elegante Jamal….

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Infine il retro, con due righe scritte dallo stesso pianista….

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Un saluto e alla prossima chicca … economica

Giu 27, 2019 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su Teddy Charles, evoluzione della Musica (non solo jazz)

Teddy Charles, evoluzione della Musica (non solo jazz)

Finalmente mi posso ascoltare due dischi, un lungo periodo poco fortunato mi ha privato di musica e anche di una vita normale.

Ora le cose vanno meglio e festeggio con due dischi, così lontani nei tempi di acquisto ma a nome dello stesso autore .

Parlo del vibrafonista, compositore, didatta, Teddy Charles. Già nel ’53 un nutrito gruppo di musicisti, amici, sperimentatori registrava, in collaborazione genuina come recita il titolo, alcune sessioni dapprima pubblicate in forma di 10 pollici. Poi raccolte in edizione long playing. Ed ecco Collaborations. Infine un paio di anni dopo con l’album Evolution. In questo gruppo di musicisti, che non appaiono tutti in questi due album, annoveriamo Jimmy Giuffré, George Russell, lo stesso Charles, i fratelli Farmer, Mal Waldron, Jimmy Raney ma soprattutto Teo Macero e Charles Mingus. Insieme, separatamente , in piccole formazioni, in diversi contesti ed anche etichette (se penso alle registrazioni Savoy e Debut ) comunque sia accomunati dalla voglia di uscire dalla recente rivoluzione del be-bop e per niente ansiosi di ripetere quanto sta accadendo nella parte East degli Usa, cioè nella Grande Mela. La nascita dell’hard bop.

Intanto un scatto della copertina di Collaboration, versione italiana del 1983.

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L’etichetta riporta un numero di catalogo/serie diverso da quello adottato dalla casa madre, bensì un suffisso OM (Original Master sembrerebbe) OM2007

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In altre parole un accurata edizione, almeno per quanto concene l’audio, spettacolare e , nonostante sia del 1952, ancor fresca e vibrante. Vabbè c’ha messo le mani il solito Rudy si scopre…. “remastered by Van Gelder”. Made by Fonit Cetra Italy

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Vi accennavo anche al secondo lavoro passato sul mio Denon stamattina. Evolution mi è stato spedito da un simpatico venditore svedese che mi manda gli auguri del 2019 con una cartolina. Carino, ma anche il disco. Rating VG solamente , ma suona come un VG+ decisamente. Prima stampa Prestige, indirizzo 446, ne ho veramente pochi di queste date. Di solito costano tre cifre anche se solo VG.

Eccolo al lavoro!

 

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Sotto la luna Prestige gialla, un mare nero come il petrolio ed una nave che con molta sicurezza lascia l’approdo per avventurarsi tra le prime ond…oops, solchi. Testina Audio Technica gold 150 Vintage, ma puntina modernissima 440mbl viola.

Ecco la copertina e il resto

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E le note sul retro

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Anche qui le sessioni sono due del ’53, come il precedente lp, e del ’55.

Mi è venuta voglia di ripescare gli altri dischi della combriccola. tipo Il Jazz Workshop di Mingus, le prime formazioni di Russell o il lavoro solista di Teo. Macero! Alla prossima.

 

Mar 11, 2016 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su Ornette Coleman – Change of the Century – Atlantic Stereo early pressing

Ornette Coleman – Change of the Century – Atlantic Stereo early pressing

Come avrete capito non sono molto bravo nella scrittura. Una cosa però debbo dirla. Le sensazioni che la musica può dare ad una persona sono sicuramente NON riproducibili e nemmeno descrivibili a parole. Ornette Coleman resta un segreto anche per chi lo apprezza. Cosa c’è di così bello nel suo così “infantile” e “innocente” approccio? La vena blues? no, perchè ce l’hanno in tanti. La libertà espressiva? Si ma sappiamo che in molti avevano abbracciato questa strada del liberi ad ogni costo. A me Ornette non è mai sembrato uno che volesse affrancarsi da qualche cosa. E’ sempre sembrato una sorta di storyteller senza storie da raccontare se non quello che si prova ad ascoltare una storia. La libera voglia di vivere i momenti di che ci accompagnano semplicemente comunicandola nel linguaggio che ha ritenuto più universale di tutti. il Blues. Si perchè la sua musica è sempre stata intrisa del blues più profondo e primitivo. Forse , un giorno, Pat Metheny saprà dirci la stessa cosa . a parole sue.

Una caro saluto. Due parole su questa splendida edizione stereo. Una seconda stampa stereo di una validità sonora senza eguali. ringrazio me stesso di aver ravanato per il web in cerca di un improbabile negozio online in Inghilterra. la perfida Albione con me è stata sicuramente indulgente. Al di là dei vri piccoli click suona molto dinamica.

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ecco la copertina, segue etichetta e retro. bella edizione. perfetta!

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ed ecco il ripping, mp3 :

http://ulozto.net/x1Pe22i7/ornette-coleman-rar

un salutone

Feb 8, 2016 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su CD Vs Vinyl – The winner is…..hd Files ? Red Garland vs Red Garland

CD Vs Vinyl – The winner is…..hd Files ? Red Garland vs Red Garland

Ho comprato una bella edizione Victor Japan di All Kinds of Weather, un bellissimo album di Red Garland. Nel suo più classico e rilassato swing, mai stancante, così caldamente conosciuto e confortante. Manca solo un buon bicchiere di Syrah o Blaumburgunder e siamo a posto…..

Insomma mi sono detto, ma non avevo forse anche una rimasterizzazione del 1999 messa in commercio anche in formato mini lp ?

Ha sempre suonato bene, un poco esuberante con altri lettori CD, ma da quando ho l’Audia Flight M one, ho fatto la pace col redbook.Prendetelo in considerazione. Spesa definitiva, Raccomandato

Insomma mi dico : confrontiamo le due versioni, Fatelo anche voi.

Ah, dimenticavo, ho rimesso la Audio Technica ET33EV, e si sente. Suono più pieno, nota di calore evidente ma piacevole come un focolare di inverno. Giudicate voi. Come al solito. DR del cd è pari a 10, del vinile 12…che volete…il vinile è troppo limitato……

Il brano scelto è il primo, Rain

CD

http://ulozto.net/xw44NfUK/01-rain-wav

vinile :

http://ulozto.net/x6cXTMtV/r09-0092-wav

 

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ed ecco i due files confrontati usando come convertitore l’Audia CD One-M

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Gen 21, 2016 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su Thelonious Monk with John Coltrane – Riverside OJC italian press – vinyl rip

Thelonious Monk with John Coltrane – Riverside OJC italian press – vinyl rip

Su questo disco posso solo dire una cosa. Non me l’aspettavo!

Dopo anni , ancora mi incuriosisce, mi esalta, mi sorprende. E poi l’ultima , stamattina. Tornato da passeggiata salutista lo metto per la centesima volta sul piatto e decido di catturarlo in digitale, come copia personale. Lo faccio ripartire dal pc…..e …mia moglie : ma stai di nuovo ascoltando lo stesso disco!”….Beh si cara….faccio io. E’ bellissimo! Aggiungerei…ma …non finisce qui. Misuro il Dynamic range e resto allibito : 15! quasi tutti i brani sono incisi non bene, benissimo, con una note di calore forse elevata , ma con una dinamica ed una pulizia di fondo inusuale. Una stampa italiana dell’ 87 mi sembra. Una chicca. by Fonit cetra. E’ la seconda scoperta in due giorni.

Audiofili tremate, altro che ristampe da 200 grammi a 45 giri…

 

eccolo

http://ulozto.net/xiuT8fUi/monk-with-john-coltrane-mp3-rar

un caro saluto.

front

 

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Gen 19, 2016 - Vinyl jazz lp's    Commenti disabilitati su Gerry Mulligan – I want to live – UA Japan pressing – Original musical score – 1959

Gerry Mulligan – I want to live – UA Japan pressing – Original musical score – 1959

In quel benedetto anno di dischi jazz belli ne sono usciti tanti, e pure di capolavori. Ma a me piace soffermarmi sui particolari. Innanzi tutto una critica alla King records che in sede di stampa ha lasciato la colonna sonora compressa come nel master originale. Nun se pò sentì! Per fortuna sono intervenuto col mio orecchio e qualche software gratuito e la versione rippata suona un poco meglio, meno molto meno compressa e con un piglio swing lodevole. Si perchè nella mia mente è solo grazie a Gerry, Gil e pochi altri che posso dire che qualche bianco aveva capito cosa fosse lo swing. E sul come piegarlo al proprio volere senza snaturarlo, ma esaltandone un nuovo sapore, un altro punto di vista non necessariamente fatto solo di tecnica che si accosti al classicismo europeo (vedi quel che hanno combinato da Bill Evans in poi). Insomma come avrete capito sono del partito che di Afro-americano nell’idioma jazz io sento soprattutto la parte “nera”. Lì trovo il pathos, lo swing, la ribellione e al tempo stesso l’afflatto spirituale. Tra i visi pallidi trovo musiche si belle, ma poco accostabili alla tradizione Jazz. Diciamo anche : per niente!

ora godetevi il mio rip e le solite, immancabili foto del vinile.

 

http://ulozto.net/x2gNUms9/gerry-mulligan-i-want-to-live-rar

Saluti

 

 

front

 

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L’immancabile foto dell’etichetta, il bel verde UA……

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