Giu 27, 2019 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Tijuana Moods, ovvero il luogo della perdizione (non solo di Mingus)

Tijuana Moods, ovvero il luogo della perdizione (non solo di Mingus)

L’edizione di questo disco, pubblicata nel ’62, è originale italiana. Comprata in un negozio romano sorto sulle ceneri ben spente di un ancor più famoso negozio Disfunzionante di quartier San Lorenzo. Scontrosità e scortesia lo contraddistinguono, ma per una volta (dopo averci comprato online una copia top di Coltrane) una visita era doverosa. Prima ed ultima.

Non so se Charles Mingus fosse scontroso quanto il tizio del negozio, ma sicuramente non gli girava bene in quei giorni, come lui stesso racconta nelle note del disco. Faccio notare che nell’ edizione italiana sono tradotte dall’americano, roba di altri tempi . Insomma, perduta una moglie si fa accompagnare dal fido amico e batterista Danny Richmond per un grassa vacanza fatta di gozzoviglie, vino, donne e gioco. Non parla di risse ma, pensandoci bene, mi immagino tavoli rotti come nelle migliori scazzottate di Zorro, con tutti quei tipi con i sombreros. A parte gli scherzi, una versione stereo originale NM che pagai poco più di un cd e che fa la su figura in una collezione fatta non solo di originali USA o di pregevoli ristampe per audiofili.

Guardando la copertina, si rimanda al racconto di Mingus sugli strip-tease, ed al fatto che oggi il luogo della perdizione non esiste più. Esiste la perdizione, ma non è più fisicamente allocata in nessun posto. Una volta lo zio portava il nipote alla casa di tolleranza, volevi giocarti tutto il patrimonio e andavi a Las Vegas . Tijuana Moods era uno di questi posti. Dedicarsi alla perdizione, con un viaggio. Con un obiettivo da raggiungere con scientifica caparbietà. Oggi ti colleghi al web e ingoi una pillola colorata. E il gioco è fatto…..

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Sul retro, le famose note di Mingus….

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Infine, l’immancabile immagine della Label. RCA nella versione italiana anni sessanta, visto l’argomento ho postato il lato B!.

Ora che ci penso mi manca una bella versione mono. (del disco cosa altro sennò)

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Resto combattuto, è un gran disco, ma sicuramente è tra i meno “sinfonici” di Mingus. Qui la parte istintiva di Charles è più evidente, anche gli spazi e le lodi per i collaboratori, sono più dovute all’emozione che essi suscitano. Mingus resta, per me, una pietra angolare sulla quale costruire una qualsiasi discografia. Qualsiasi.

 

Ecco il mio vinile :

https://ulozto.net/!7eBbIU7lREOs/charles-mingus-tijuana-moods-italian-62-press-zip

 

 

 

Tijuana Moods, ovvero il luogo della perdizione (non solo di Mingus)ultima modifica: 2019-06-27T18:17:02+02:00da piergj
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